14 febbraio
Mercoledì delle Ceneri
"Fammi conoscere, Signore, le tue vie"
(Sal 24, 4a)
Mercoledì delle Ceneri
I domenica di Quaresima
II domenica di Quaresima
III domenica di Quaresima
IV domenica di Quaresima
V domenica di Quaresima
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Giovedì Santo
Venerdì Santo
Sabato Santo
Domenica di Pasqua «Risurrezione del Signore»
O Dio misericordioso, fonte di ogni bontà,
tu ci hai proposto a rimedio del peccato
il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna:
guarda benigno a noi che riconosciamo la nostra miseria e,
poiché ci opprime il rimorso delle colpe,
la tua misericordia ci sollevi.
(Colletta, III Domenica di Quaresima)
Scrivendo ai Corinzi, san Paolo proclama con chiarezza di essere un annunciatore di Cristo crocifisso, potenza e sapienza di Dio (cf. 1 Cor 1,23-24). La vita cristiana, allora, è essenzialmente credere in Cristo, realmente crocifisso, morto e risorto. La sua storia è il luogo insuperabile della rivelazione di Dio. Credere non è aderire a ragionamenti umani ma amare Colui che ci ha amati, l’Emmanuele, il nostro Salvatore.
È bene continuare a curare i diversi linguaggi della celebrazione, verbali e non verbali, mantenendo le scelte di sobrietà ed essenzialità precedentemente fatte.
Nel Vangelo di questa terza domenica di Quaresima, Gesù si proclama vero tempio della presenza di Dio tra gli uomini. Per comunicare con Dio non è più necessario il tempio di pietra, costruito da mani d’uomo, e non sono più richieste le vittime della legge antica. In Gesù abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (cf. Col 2,9) e nessuno può incontrare pienamente Dio se non per mezzo di lui.
Per l’atto penitenziale si suggerisce l’adozione della terza formula proposta dal Messale Romano, tempo di Quaresima, n. 2 (MR, p. 299).
Gesù Cristo, il giusto, intercede per noi
e ci riconcilia con il Padre.
Apriamo il nostro spirito al pentimento,
per essere meno indegni
di accostarci alla mensa del Signore.
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi il sacerdote, o un altro ministro idoneo, dice o canta le seguenti invocazioni:
Signore,
che nell’acqua e nello Spirito
ci hai rigenerato a tua immagine,
abbi pietà di noi.
Il popolo risponde:
Signore, pietà. Oppure: Kýrie, eléison.
Sacerdote:
Cristo, che mandi il tuo Spirito
a creare in noi un cuore nuovo,
abbi pietà di noi.
Il popolo risponde:
Cristo, pietà. Oppure: Christe, eléison.
Sacerdote:
Signore, che ci fai partecipi
del tuo corpo e del tuo sangue,
abbi pietà di noi.
Il popolo risponde:
Signore, pietà. Oppure: Kýrie, eléison.
Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.
Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la colletta alternativa della III Domenica di Quaresima anno B (MR, p. 970).
Signore nostro Dio, santo è il tuo nome;
piega i nostri cuori ai tuoi comandamenti
e donaci la sapienza della croce,
perché, liberati dal peccato,
che ci chiude nel nostro egoismo,
ci apriamo al dono dello Spirito
per diventare tempio vivo del tuo amore.
Per il nostro Signore.
Come già indicato, per tutto il tempo quaresimale è bene utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306). “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (CEI, Messale Romano. Precisazioni, 2).
In continuità con le domeniche precedenti, ad ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[1] oppure rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o “Signore, pietà”).
Monizione introduttiva
Fratelli, l’avvicinarsi della Pasqua ci sollecita a intensificare il nostro impegno di conversione e di servizio fraterno; imploriamo Dio perché renda efficaci in noi i segni della sua misericordia.
(Si omette l’invito: Preghiamo)
Per la Chiesa pellegrina nel mondo, perché attraverso la preghiera, la penitenza e la testimonianza di carità si renda sempre più simile al suo Signore e lo segua nella via dell’esodo pasquale.
[Silenzio]
Per quanti si trovano in situazione di peccato o sentono il fallimento della loro vita, perché non disperino della misericordia di Dio e dell’accoglienza della Chiesa.
[Silenzio]
Per i catecumeni che saranno battezzati nella prossima notte pasquale, perché conoscano Cristo, che è venuto a salvare ciò che era perduto.
[Silenzio]
Per coloro che sono nel dubbio e nell’errore, perché ritrovino la via della verità confortati dalla nostra sensibilità e sollecitudine.
[Silenzio]
Per le vittime della violenza e della guerra, perché le lacrime e il sangue non siano sparsi invano, ma affrettino un’era di fraternità e di pace.
[Silenzio]
Per ciascuno di noi affinché, attento alla realtà che lo circonda, si faccia carico della sofferenza del fratello che incrocia la sua vita.
[Silenzio]
Orazione conclusiva
O Padre, che ci hai aperto in Cristo
la sorgente di acqua viva che rigenera il mondo,
irriga tutti i nostri deserti e fa’ che l’umanità intera
possa estinguere la sua sete di verità e di giustizia.
Per Cristo nostro Signore.
Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.
Oltre il pane e il vino, si portino i frutti del digiuno quaresimale a favore dei più bisognosi della comunità[2].
Per la benedizione finale, si suggerisce di adottare la preghiera di benedizione sul popolo n. 22 (MR, p. 449), per il riferimento alla potenza rinnovatrice del Signore.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Rinnova i tuoi fedeli, Signore,
perché, trasformati dall’azione del tuo Spirito,
vincano le suggestioni del male
e gustino la soavità del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. Amen.
[1] «Il popolo, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio»: OGMR, 71.
[2] «Si possono anche fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la Chiesa, portati dai fedeli o raccolti in chiesa. Essi vengono deposti in un luogo adatto, fuori dalla mensa eucaristica»: OGMR, 73.