Liturgia delle Ore

X. Gli inni e gli altri canti non biblici

173. Gli inni, che già per antichissima tradizione facevano parte dell’Ufficio, conservano anche ora la loro funzione. In realtà, per la loro ispirazione lirica, non solo sono destinati specificamente alla lode di Dio, ma costituiscono un elemento popolare: anzi, di solito caratterizzano immediatamente e più che le altre parti dell’Ufficio, l’aspetto particolare delle Ore e delle singole celebrazioni muovendo e stimolando gli animi a una pia celebrazione. Spesso tale efficacia è accresciuta dalla loro bellezza letteraria. Inoltre gli inni nell’Ufficio sono come il principale elemento poetico composto dalla Chiesa.

174. L’inno, secondo la tradizione, si conclude con la dossologia, che di solito viene diretta alla medesima Persona divina, alla quale è rivolto l’inno stesso.

175. Nell’Ufficio del Tempo ordinario, per favorire la varietà, è stato predisposto un duplice ciclo di inni a tutte le Ore, da usarsi a settimane alterne.

176. Inoltre, nell’Ufficio delle letture del Tempo ordinario, è stato introdotto un duplice ciclo di inni, a seconda che si recitano di notte o di giorno.

177. Agli inni di nuova composizione si possono applicare le melodie tradizionali sul medesimo ritmo e sullo stesso metro.

178. Per quanto riguarda la celebrazione in una lingua moderna, si da facoltà alle Conferenze Episcopali di adattare gli inni latini al carattere della propria lingua, e anche di introdurre inni di nuova composizione purché si addicano veramente al carattere dell’Ora, o del Tempo o della celebrazione. Inoltre si deve evitare diligentemente di ammettere delle canzonette popolari, che non hanno nessun valore artistico e che in verità non si addicono alla dignità della liturgia.

(Principi e Norme per la Liturgia delle Ore)