14 febbraio
Mercoledì delle Ceneri
"Fammi conoscere, Signore, le tue vie"
(Sal 24, 4a)
Mercoledì delle Ceneri
I domenica di Quaresima
II domenica di Quaresima
III domenica di Quaresima
IV domenica di Quaresima
V domenica di Quaresima
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Giovedì Santo
Venerdì Santo
Sabato Santo
Domenica di Pasqua «Risurrezione del Signore»
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima,
segno sacramentale della nostra conversione,
concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo
e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.
(Colletta, I Domenica di Quaresima)
La Quaresima è tempo propizio per rinnovare profondamente la propria vita spirituale, è “itinerario verso la luce pasquale sulle orme di Cristo, maestro e modello dell’umanità riconciliata nell’amore” (Prefazio di Quaresima V, La via dell’esodo nel deserto quaresimale).
Gesù entra nel deserto dell’umanità, lo trasforma in giardino e lo irriga mediante l’acqua del Battesimo. Quest’acqua – prefigurata nel diluvio (cf. 1 Pt 3,21) – purifica dall’iniquità e diviene segno di quell’eterna alleanza che Cristo è venuto a sigillare nell’acqua, nel sangue e nello Spirito (cf. 1 Gv 5,8). Già all’inizio della Quaresima ammiriamo l’opera mirabile della redenzione compiuta da Cristo nel suo mistero pasquale; già gustiamo la gioia della remissione dei peccati e la grazia di vivere la vita nuova, conforme al progetto eterno dell’amore di Dio.
Per favorire l’ascolto del Signore che parla, potrebbe essere utile valorizzare i brevi momenti di silenzio offerti dalla liturgia, in modo particolare quelli previsti nella Liturgia della Parola (cf. OGMR, 45. 56).
Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa, in sagrestia e nel luogo dove si assumono i paramenti e nei locali annessi, perché tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazione (OGMR, 45).
Nella processione d’ingresso, accompagnata eventualmente dalle litanie dei Santi, oltre alla croce astìle, si porti l’Evangeliario[1].
La liturgia odierna è segnata dall’invito di Gesù: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15). Mediante la conversione i discepoli passano dalle tenebre alla luce, lasciandosi guidare dal Padre che tutti introduce nel regno di luce del suo Figlio diletto (cf. Col 1,13). Anche Gesù si è lasciato condurre nel deserto, sospinto dallo Spirito, dopo aver sconfitto le insidie del Maligno: ha così compiuto il suo “esodo” ed il deserto è ritornato ad essere giardino (cf. Mc 1,12-13).
Per l’atto penitenziale si suggerisce l’adozione della seconda formula proposta dal Messale Romano (MR, p. 296).
All’inizio di questa celebrazione eucaristica
chiediamo la conversione del cuore,
fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli.
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi il sacerdote dice:
Pietà di noi, Signore.
Il popolo risponde:
Contro di te abbiamo peccato.
Il sacerdote prosegue:
Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Il popolo risponde:
E donaci la tua salvezza.
Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.
Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la colletta alternativa della I Domenica di Quaresima anno B (MR, p. 968).
Dio paziente e misericordioso,
che rinnovi nei secoli la tua alleanza
con tutte le generazioni,
disponi i nostri cuori nell’ascolto della tua parola,
perché in questo tempo che tu ci offri
si compia in noi la vera conversione.
Per il nostro Signore.
Per tutto il tempo quaresimale è bene utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306). “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (CEI, Messale Romano. Precisazioni, 2).
Ad ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[2] oppure rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o “Signore, pietà”).
Monizione introduttiva
Fratelli e sorelle carissimi, in ogni tempo occorre pregare, ma soprattutto in questi giorni di Quaresima dobbiamo rivolgere a Dio la nostra preghiera assidua e fiduciosa.
(Si omette l’invito: Preghiamo)
Tra le diverse intenzioni, è opportuno ricordare nella preghiera universale i peccatori e coloro che si preparano a ricevere il battesimo durante la veglia pasquale.
Orazione conclusiva
Concedi al tuo popolo, Padre misericordioso, di convertirsi a te con tutto il cuore, per ottenere dalla tua bontà ciò che osa chiedere con fiduciosa preghiera. Per Cristo nostro Signore.
Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.
Tra gli avvisi sobriamente offerti dopo la preghiera post communio, si potrebbe ricordare che i frutti del digiuno e della carità saranno destinati ai fratelli più bisognosi[3] e invitare la comunità a iniziare il tempo quaresimale celebrando il sacramento della riconciliazione.
Per la benedizione finale, si suggerisce di adottare la benedizione solenne nella Quaresima (MR, p. 431).
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Dio Padre misericordioso
conceda a tutti voi come al figliol prodigo
la gioia del ritorno nella sua casa. Amen.
Cristo, modello di preghiera e di vita,
vi guidi nel cammino della Quaresima,
all’autentica conversione del cuore. Amen.
Lo Spirito di sapienza e di fortezza
vi sostenga nella lotta contro il maligno,
perché possiate celebrare con Cristo la vittoria pasquale. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. Amen.
[1] «La domenica I di Quaresima segna l’inizio del segno sacramentale della nostra conversione, tempo favorevole per la nostra salvezza. Nella Messa di questa domenica non manchino gli elementi che sottolineano tale importanza; per es., la processione di ingresso con le litanie dei Santi. Durante la Messa della domenica I di Quaresima il Vescovo celebri opportunamente nella chiesa cattedrale o in altra chiesa il rito dell’elezione o iscrizione del nome, secondo le necessità pastorali»: Paschalis sollemnitatis, 23.
[2] «Il popolo, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio»: OGMR, 71.
[3] «b) ogni anno, durante la Quaresima, si propongano nelle comunità parrocchiali, ma anche a gruppi, movimenti e associazioni, uno o più interventi di aiuto a favore delle situazioni di bisogno, verso le quali far convergere i “frutti” del digiuno e della carità. È giusto che la comunità abbia poi il resoconto di quanto si è attuato; c) è particolarmente importante assicurare il coordinamento delle varie iniziative catechistiche, liturgiche e caritative in ambito sia nazionale che locale, così da assumere qualche impegno penitenziale condiviso da tutti: si renderà più visibile e incisivo il cammino penitenziale della comunità cristiana come tale»: CEI, Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza, 13.