18 febbraio
I Domenica di Quaresima

O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima,
segno sacramentale della nostra conversione,
concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo
e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.
(Colletta, I Domenica di Quaresima)

 

La Quaresima è tempo propizio per rinnovare profondamente la propria vita spirituale, è “itinerario verso la luce pasquale sulle orme di Cristo, maestro e modello dell’umanità riconciliata nell’amore(Prefazio di Quaresima V, La via dell’esodo nel deserto quaresimale).

Gesù entra nel deserto dell’umanità, lo trasforma in giardino e lo irriga mediante l’acqua del Battesimo. Quest’acqua – prefigurata nel diluvio (cf. 1 Pt 3,21) – purifica dall’iniquità e diviene segno di quell’eterna alleanza che Cristo è venuto a sigillare nell’acqua, nel sangue e nello Spirito (cf. 1 Gv 5,8). Già all’inizio della Quaresima ammiriamo l’opera mirabile della redenzione compiuta da Cristo nel suo mistero pasquale; già gustiamo la gioia della remissione dei peccati e la grazia di vivere la vita nuova, conforme al progetto eterno dell’amore di Dio.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

 

Per favorire l’ascolto del Signore che parla, potrebbe essere utile valorizzare i brevi momenti di silenzio offerti dalla liturgia, in modo particolare quelli previsti nella Liturgia della Parola (cf. OGMR, 45. 56).

Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa, in sagrestia e nel luogo dove si assumono i paramenti e nei locali annessi, perché tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazione (OGMR, 45).

Nella processione d’ingresso, accompagnata eventualmente dalle litanie dei Santi, oltre alla croce astìle, si porti l’Evangeliario[1].

 

Monizione d’inizio

La liturgia odierna è segnata dall’invito di Gesù: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15). Mediante la conversione i discepoli passano dalle tenebre alla luce, lasciandosi guidare dal Padre che tutti introduce nel regno di luce del suo Figlio diletto (cf. Col 1,13). Anche Gesù si è lasciato condurre nel deserto, sospinto dallo Spirito, dopo aver sconfitto le insidie del Maligno: ha così compiuto il suo “esodo” ed il deserto è ritornato ad essere giardino (cf. Mc 1,12-13).

  
Atto penitenziale

Per l’atto penitenziale si suggerisce l’adozione della seconda formula proposta dal Messale Romano (MR, p. 296).

All’inizio di questa celebrazione eucaristica
chiediamo la conversione del cuore,
fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli.

 
Si fa una breve pausa di silenzio.
 
Poi il sacerdote dice:
Pietà di noi, Signore.

Il popolo risponde:
Contro di te abbiamo peccato.

Il sacerdote prosegue:
Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Il popolo risponde:
E donaci la tua salvezza.

Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.
 

Colletta

Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la colletta alternativa della I Domenica di Quaresima anno B (MR, p. 968).

Dio paziente e misericordioso,
che rinnovi nei secoli la tua alleanza
con tutte le generazioni,
disponi i nostri cuori nell’ascolto della tua parola,
perché in questo tempo che tu ci offri
si compia in noi la vera conversione.
Per il nostro Signore.

 

Professione di fede

Per tutto il tempo quaresimale è bene utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306). “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (CEI, Messale Romano. Precisazioni, 2).

 

Preghiera universale

Ad ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[2] oppure rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o “Signore, pietà”).

 

Monizione introduttiva

Fratelli e sorelle carissimi, in ogni tempo occorre pregare, ma soprattutto in questi giorni di Quaresima dobbiamo rivolgere a Dio la nostra preghiera assidua e fiduciosa.

(Si omette l’invito: Preghiamo)

Tra le diverse intenzioni, è opportuno ricordare nella preghiera universale i peccatori e coloro che si preparano a ricevere il battesimo durante la veglia pasquale.

 

Orazione conclusiva

Concedi al tuo popolo, Padre misericordioso, di convertirsi a te con tutto il cuore, per ottenere dalla tua bontà ciò che osa chiedere con fiduciosa preghiera. Per Cristo nostro Signore.

 

Presentazione dei doni

Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.

 

Benedizione

Tra gli avvisi sobriamente offerti dopo la preghiera post communio, si potrebbe ricordare che i frutti del digiuno e della carità saranno destinati ai fratelli più bisognosi[3] e invitare la comunità a iniziare il tempo quaresimale celebrando il sacramento della riconciliazione.

Per la benedizione finale, si suggerisce di adottare la benedizione solenne nella Quaresima (MR, p. 431).

 

Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

Dio Padre misericordioso
conceda a tutti voi come al figliol prodigo
la gioia del ritorno nella sua casa. Amen.

Cristo, modello di preghiera e di vita,
vi guidi nel cammino della Quaresima,
all’autentica conversione del cuore. Amen.

Lo Spirito di sapienza e di fortezza
vi sostenga nella lotta contro il maligno,
perché possiate celebrare con Cristo la vittoria pasquale. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. Amen.

 

[1] «La domenica I di Quaresima segna l’inizio del segno sacramentale della nostra conversione, tempo favorevole per la nostra salvezza. Nella Messa di questa domenica non manchino gli elementi che sottolineano tale importanza; per es., la processione di ingresso con le litanie dei Santi. Durante la Messa della domenica I di Quaresima il Vescovo celebri opportunamente nella chiesa cattedrale o in altra chiesa il rito dell’elezione o iscrizione del nome, secondo le necessità pastorali»: Paschalis sollemnitatis, 23.

[2] «Il popolo, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio»: OGMR, 71.

[3] «b) ogni anno, durante la Quaresima, si propongano nelle comunità parrocchiali, ma anche a gruppi, movimenti e associazioni, uno o più interventi di aiuto a favore delle situazioni di bisogno, verso le quali far convergere i “frutti” del digiuno e della carità. È giusto che la comunità abbia poi il resoconto di quanto si è attuato; c) è particolarmente importante assicurare il coordinamento delle varie iniziative catechistiche, liturgiche e caritative in ambito sia nazionale che locale, così da assumere qualche impegno penitenziale condiviso da tutti: si renderà più visibile e incisivo il cammino penitenziale della comunità cristiana come tale»: CEI, Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza, 13.