14 febbraio
Mercoledì delle Ceneri
"Fammi conoscere, Signore, le tue vie"
(Sal 24, 4a)
Mercoledì delle Ceneri
I domenica di Quaresima
II domenica di Quaresima
III domenica di Quaresima
IV domenica di Quaresima
V domenica di Quaresima
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Giovedì Santo
Venerdì Santo
Sabato Santo
Domenica di Pasqua «Risurrezione del Signore»
Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.
(Colletta, Domenica delle Palme e della Passione del Signore)
Con la Domenica delle Palme e della Passione del Signore inizia la Settimana santa, nella quale la Chiesa celebra “i misteri della salvezza portati a compimento da Cristo negli ultimi giorni della sua vita” (Paschalis sollemnitatis, 27).
“Fin dall’antichità si commemora l’Ingresso del Signore in Gerusalemme con la solenne processione, con cui i cristiani celebrano questo evento, imitando le acclamazioni e i gesti dei fanciulli ebrei, andati incontro al Signore al canto dell’”Osanna” (Paschalis sollemnitatis, 29).
Il Messale Romano presenta tre forme per la commemorazione dell’Ingresso del Signore in Gerusalemme: la processione o l’ingresso solenne prima della Messa principale, l’ingresso semplice per le altre messe[1].
È bene istruire i fedeli che le palme e i ramoscelli di ulivo benedetti si conservano come testimonianza della fede in Cristo, re messianico, e nella sua vittoria pasquale (cf. Direttorio su Pietà popolare e liturgia, 139)[2].
Processione delle Palme
È possibile utilizzare l’incenso prima della lettura del Vangelo; il turiferario può aprire la processione, seguito dalla Croce “ornata a festa con rami di palme e ulivi” (cf. MR, p. 116).
Con la Domenica delle Palme e della Passione del Signore inizia la Settimana Santa, nella quale la Chiesa celebra i misteri della salvezza portati a compimento da Cristo negli ultimi giorni della sua vita.
Accompagniamo il Signore, oggi acclamato a Gerusalemme, seguiamolo sulla via della croce per partecipare con lui alla gloria della resurrezione (cf. Colletta, Domenica delle Palme).
Quando non si svolge la processione (ingresso semplice) si suggerisce di adottare la terza formula dell’atto penitenziale proposta dal Messale Romano, tempo di Quaresima n. 3 (MR, p. 300).
Gesù Cristo, il giusto, intercede per noi
e ci riconcilia con il Padre.
Apriamo il nostro spirito al pentimento,
per essere meno indegni
di accostarci alla mensa del Signore.
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi il sacerdote dice o canta le seguenti invocazioni:
Signore, che fai passare
dalla morte alla vita
chi ascolta la tua parola,
abbi pietà di noi.
Signore, pietà.
Cristo, che hai voluto essere innalzato
da terra per attirarci a te,
abbi pietà di noi.
Cristo, pietà.
Signore che ci sottoponi
al giudizio della tua croce,
abbi pietà di noi.
Signore, pietà.
Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.
Si ricorda che per la proclamazione della Passione del Signore non vengono utilizzati i candelieri e l’incenso, manca il saluto al popolo e il libro non viene segnato.
Per il bene spirituale dei fedeli è opportuno che la storia della Passione sia letta integralmente e non vengano omesse le letture che la precedono.
Non si ometta l’omelia.
Come proposto precedentemente, è bene utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306)[3]. “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel Tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (CEI, Messale Romano. Precisazioni, 2).
Come già suggerito, a ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[4] o rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o “Signore, pietà”).
Dopo la preghiera post communio è opportuno offrire il quadro preciso degli orari delle celebrazioni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale.
All’uscita si potrebbe dare ai fedeli un piccolo promemoria degli orari.
Per la Benedizione solenne si può usare il formulario “Nella Passione del Signore” (MR, pag. 432) o la Preghiera di benedizione sul popolo, 17 (MR, pag. 449).
Benedizione solenne, “Nella Passione del Signore”
Il Padre di misericordia,
che nella passione del suo Figlio
ci ha dato la misura del suo amore,
conceda a voi, nel servizio di Dio e degli uomini,
il dono della sua benedizione.
Amen.
Cristo Signore, che nella sua passione
ci ha salvato dalla morte eterna,
vi conceda la vita senza fine.
Amen.
Voi, che seguite Cristo
umiliato e sofferente,
possiate aver parte alla sua risurrezione.
Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su voi e con voi rimanga sempre.
Amen.
Preghiera di benedizione sul popolo n.17
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Guarda con amore, Padre, questa tua famiglia,
per la quale il Signore nostro Gesù Cristo
non esitò a consegnarsi nelle mani dei nemici
e a subire il supplizio della croce.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
Amen.
[1] Si ricorda di seguire le indicazioni del Messale Romano alle pp.114-121.
[2] “È necessario tuttavia che i fedeli siano istruiti sul significato della celebrazione, perché sia capito il suo senso. Sarà opportuno, ad esempio, ribadire che ciò che è veramente importante è la partecipazione alla processione e non procurarsi soltanto la palma o il ramoscello di ulivo; che questi non vanno conservati a guisa di un amuleto, o a scopo soltanto terapeutico o apotropaico, per tenere lontani cioè gli spiriti cattivi e stornare da case e campi i danni da essi causati, il che potrebbe essere una forma di superstizione. Palma e ramoscello di ulivo vanno conservati innanzitutto come testimonianza della fede in Cristo, re messianico, e nella sua vittoria pasquale”: Direttorio su Pietà popolare e liturgia, 139.
[3] Così suggerisce la rubrica: “Ad utilità dei fedeli, in luogo del simbolo niceno-costantinopolitano, la professione di fede si può fare, specialmente nel Tempo di Quaresima e nel Tempo di Pasqua, con il seguente simbolo detto «degli Apostoli»”, MR, p. 306.
[4] “[…] Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio”: OGMR, 71.