14 febbraio
Mercoledì delle Ceneri
"Fammi conoscere, Signore, le tue vie"
(Sal 24, 4a)
Mercoledì delle Ceneri
I domenica di Quaresima
II domenica di Quaresima
III domenica di Quaresima
IV domenica di Quaresima
V domenica di Quaresima
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Giovedì Santo
Venerdì Santo
Sabato Santo
Domenica di Pasqua «Risurrezione del Signore»
O Dio, che ci hai detto di ascoltare il tuo amato Figlio,
nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito,
perché possiamo godere la visione della tua gloria.
(Colletta, II Domenica di Quaresima)
La cultura dominante è sovente segnata da una mentalità relativista ed edonistica: talvolta si ha come l’impressione che non valga la pena cercare e seguire la verità; altre volte emerge come l’uomo, forte della propria “sapienza umana”, si erga a giudice di tutto e di tutti, anche di Dio stesso. Ma, come ricorda l’Apostolo, Dio ha dimostrato stolta la sapienza di questo mondo (cf. 1 Cor 1,27) e si rivela nello scandalo della croce.
La luce della visione sul Tabor è, a sua volta, “illuminata” dalla Parola del Padre che rivela l’identità più vera di Gesù: Egli è il Figlio amato. Ecco rivelato lo scandalo della croce: l’Amato è consegnato, il Figlio è donato ai suoi fratelli dal Padre. In questo la certezza che Dio è per noi e che nel Figlio ci donerà ogni cosa.
Per favorire l’ascolto del Signore che parla, potrebbe essere utile valorizzare i brevi momenti di silenzio offerti dalla liturgia, in modo particolare quelli previsti nella Liturgia della Parola (cf. OGMR, 45. 56).
Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa, in sagrestia e nel luogo dove si assumono i paramenti e nei locali annessi, perché tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazione (OGMR, 45).
Nella processione d’ingresso, oltre alla croce astìle, si porti l’Evangeliario.
La seconda domenica di Quaresima ci propone la figura maestosa di Abramo, pronto addirittura a sacrificare il suo unico figlio Isacco perché confida nella fedeltà di Dio. Egli, nella fede, già conosce il vero volto di Dio, “vede” nell’oscurità quanto Cristo rivelerà in piena luce, ossia che Dio non risparmia il proprio Figlio (cf. Rm 8,32a). È il mistero della Trasfigurazione del Signore: agli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni viene data una luce di rivelazione affinché non venga meno la loro fede per lo scandalo della croce. Essi sono avvolti da una luce divina, ben superiore alla sapienza e alle capacità umane, e contemplano il mistero pasquale: il Risorto è il Crocifisso!
Per l’atto penitenziale si suggerisce, come la scorsa domenica, l’adozione della seconda formula proposta dal Messale Romano (MR, p. 296).
All’inizio di questa celebrazione eucaristica
chiediamo la conversione del cuore,
fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli.
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi il sacerdote dice:
Pietà di noi, Signore.
Il popolo risponde:
Contro di te abbiamo peccato.
Il sacerdote prosegue:
Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Il popolo risponde:
E donaci la tua salvezza.
Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.
Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la colletta alternativa della II Domenica di Quaresima anno B (MR, p. 969).
O Dio, Padre buono,
che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito
ma lo hai dato per noi peccatori,
rafforzaci nell’obbedienza della fede,
perché seguiamo in tutto le sue orme
e siamo con lui trasfigurati
nella luce della tua gloria
Per il nostro Signore.
Come già indicato, per tutto il tempo quaresimale è bene utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306). “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (CEI, Messale Romano. Precisazioni, 2).
In continuità con la domenica precedente, ad ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[1] oppure rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o “Signore, pietà”).
Monizione introduttiva
Con fede viva presentiamo al Signore la nostra preghiera, rendendoci interpreti del desiderio di giustizia e di pace che sale da tutti gli uomini di buona volontà.
(Si omette l’invito: Preghiamo)
Raccogli nell’unità la tua Chiesa.
Custodisci il nostro papa Francesco.
Proteggi il nostro vescovo N.
[Silenzio]
Illumina i legislatori e i governanti.
Custodisci i popoli nella pace.
[Silenzio]
Soccorri i poveri.
Difendi i perseguitati.
Converti i peccatori.
[Silenzio]
Sostieni i catecumeni.
Abbi pietà del cristiano che dubita.
Aiuta l’incredulo che vorrebbe credere.
[Silenzio]
Orazione conclusiva
La luce della tua verità, o Padre, ci faccia avanzare sulla via della conversione e ci impedisca di lasciar cadere anche una sola delle tue parole. Per Cristo nostro Signore.
Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.
Si potrebbero presentare i primi frutti del digiuno quaresimale a favore dei più bisognosi della comunità[2].
Tra gli avvisi sobriamente offerti dopo la preghiera post communio, si potrebbe invitare la comunità a celebrare il sacramento della riconciliazione.
Per la benedizione finale, si suggerisce di adottare la preghiera di benedizione sul popolo n. 7 (MR, p. 447), per il riferimento alla luce del volto divino.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Signore, fa’ risplendere la luce del tuo volto sopra la tua famiglia,
perché aderisca di cuore alla tua legge e possa attuare tutto il bene che le ispiri.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. Amen.
[1] «Il popolo, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio»: OGMR, 71.
[2] «Si possono anche fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la Chiesa, portati dai fedeli o raccolti in chiesa. Essi vengono deposti in un luogo adatto, fuori dalla mensa eucaristica»: OGMR, 73.