Repertorio per celebrare

 

 Proposta musicale dal Repertorio Nazionale

Preghiera universale: Kyrie, eleison (Messale Romano)
Ostensione della Croce: Ecce lignum Crucis (RN 127) oppure Ecco il legno della croce (RN 128)
Adorazione della Croce: Vexilla regis (RN 144), Croce di Cristo (RN 130), O mio popolo (RN 133)
Comunione: O Croce gloriosa (RN 142)

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Croce di Cristo (RN 130)

Testo: F. Rainoldi
Musica: F. Rainoldi
Fonti: Elledici
Uso: adorazione della croce
Forma musicale: Litania

A

  1. Croce di Cristo, legno benedetto.

Ave, ave!

  1. Croce di Cristo, albero di vita.
  2. Croce di Cristo, divino tesoro.
  3. Croce di Cristo, faro della storia.
  4. Croce di Cristo, bilancia del giudizio.
  5. Croce di Cristo, arma invincibile.
  6. Croce di Cristo, terrore dei demoni.
  7. Croce di Cristo, luce sul mondo.
  8. Croce di Cristo, arca per i naufraghi.
  9. Croce di Cristo, porto dei salvati.
  10. Croce di Cristo, sovrana protezione.

 

B

  1. Cristo crocifisso, amore del Padre.

Nel tuo regno ricordati di noi!

  1. Cristo crocifisso, sorgente dello Spirito.
  2. Cristo crocifisso, agnello e pastore.
  3. Cristo crocifisso, riscatto della colpa.
  4. Cristo crocifisso, perfetta espiazione.
  5. Cristo crocifisso, nostra riconciliazione.
  6. Cristo crocifisso, fonte della pace.
  7. Cristo crocifisso, nuova alleanza.
  8. Cristo crocifisso, abbraccio universale.
  9. Cristo crocifisso, benedizione del mondo.
  10. Cristo crocifisso, luce agli smarriti.

 

A

  1. Croce di Cristo, bastone della Chiesa.
  2. Croce di Cristo, sostegno dei deboli.
  3. Croce di Cristo, difesa dei poveri.
  4. Croce di Cristo, forza dei martiri.
  5. Croce di Cristo, corona dei fedeli.
  6. Croce di Cristo, sapienza dei giusti.
  7. Croce di Cristo, vanto dei credenti.
  8. Croce di Cristo, gloria dei redenti.
  9. Croce di Cristo, diadema dei santi.
  10. Croce di Cristo, sorgente della vita.
  11. Croce di Cristo, morte della morte.

 

B

  1. Cristo crocifisso, conforto degli afflitti.
  2. Cristo crocifisso, medico dei deboli.
  3. Cristo crocifisso, tesoro degli apostoli.
  4. Cristo crocifisso, sposo dei vergini.
  5. Cristo crocifisso, dignità dei sacerdoti.
  6. Cristo crocifisso, cuore della Chiesa.
  7. Cristo crocifisso, centro dell’unità.
  8. Cristo crocifisso, grappolo di vita.
  9. Cristo crocifisso, roveto sempre ardente.
  10. Cristo crocifisso, ultima parola.
  11. Cristo crocifisso, lampada del cielo.

 

Il testo

Non è facile fare in modo che tutta la realtà profonda della croce, della crocifissione e del crocifisso mantengano tutta la loro forza provocatoria e insieme tutta la loro carica simbolica nell’ambito della fede. Questa litania cerca di mettere in campo lo strumento della nostra liberazione insieme con colui che ha saputo interiormente superare la brutalità dell’esecuzione per farne un’offerta e, finalmente, un gesto di amore per ogni uomo, suo fratello. Il legno non ha senso senza colui che vi è appeso; l’amore di Dio non schiva l’estrema durezza della tortura e della morte. Così tutta la tradizione cristiana liturgica ha venerato il mistero della croce. L’invocazione della sezione B utilizza le parole stesse di un personaggio quanto mai presente: quello del “buon ladrone”. Se dunque invochiamo un crocifisso, siamo invitati a farlo già condividendo, in qualche modo la sua croce.

 

La musica

È essenziale, per cogliere lo spirito di questa litania, far giocare continuamente le due sezioni A e B, l’una imperniata sulla Croce di Cristo, l’altra sul Cristo crocifisso. La forma della litania consente di dipanare, con regolare movimento descrittivo, uno per uno gli aspetti del Calvario. Sono le voci soliste che se ne incaricano, e hanno molta responsabilità. Nello stesso tempo, la risposta di tutti non permette a nessuno di restare fuori come curioso spettatore. Le melodie, assai trattenute, hanno lo slancio minimo sufficiente a dar forma al canto, ma in clima composto e sobrio. Così andrebbe cantato.

 

Quando e come utilizzarlo

Il canto nasce per il rito dell’adorazione della croce al Venerdì Santo.

L’accompagnamento per organo non pone problemi. Impegnarsi a tenere un ritmo ferreamente preciso.

Se vi sono motivi per non cantare la litania intera, collegare gli aspetti che hanno più affinità.

 

Repertorio per celebrare

Proposta musicale dal Repertorio Nazionale


Inizio:
Osanna al Figlio di David (RN 105)
Processione in onore di Cristo Re: A te gloria (RN 102)
Processione con le palme di ulivo: Popoli tutti battete le mani (RN 104)
Ingresso in chiesa: Sei giorni prima della Pasqua (RN 107)
Presentazione delle offerte: Signore, dolce volto (RN 137) oppure silenzio
Comunione: Soccorri i tuoi figli (RN 98) le strofe per la domenica delle Palme 1, 2, 3
Canto dopo la comunione: Con amore infinito (RN 349)

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Sei giorni prima della Pasqua (RN 107)

Testo: Liturgia
Musica: A.Zorzi
Fonti: Elledici
Uso: ingresso
Forma musicale: Tropario

Sei giorni prima della Pasqua,
quando Gesù entrò in Gerusalemme
gli andarono incontro i fanciulli,
acclamando a gran voce:

Rit.            «Osanna, osanna al Figlio di David.
Benedetto colui che viene /
nel nome del Signore!»

Tu sei il re d’Israele, di Davide nobile stirpe,
che nel nome del Signore vieni a noi, benedetto!

Nell’alto dei cieli ti lodano tutti gli angeli in coro,
lodano te sulla terra uomini e cose insieme.

Come accettasti il tripudio /
del popolo ebreo osannante,
ora accetta la lode /
che con voti e preghiere eleviamo.

Il testo Il testo riprende l’antifona di ingresso proposti dal Messale per la Domenica delle Palme, attingendo in particolare dal Vangelo di Matteo (21,9) che a sua volta richiama in parte il salmo 117 (in particolare i versetti 25-26). Le tre strofe riprendono il testo dell’inno a Cristo re Gloria, laus et honor di Teofilo di Orléans. Tutti testi che celebrano la regalità di Cristo.

La musica La forma è quella del tropario, struttura musicale che mette in azione tutti gli attori della Celebrazione i quali intervengono ognuno per la propria competenza. Il tropario è organizzato in un’antifona iniziale eseguita dal coro (che sarà ripresentata poi alla fine del canto), da un ritornello in cui tutta l’assemblea dà il proprio contributo in canto e dalle strofe eseguite da un solista o da un piccolo gruppo di voci.

Quando e come utilizzarlo Un canto d’ingresso importante, come effettivamente deve essere, per la Domenica delle Palme. La musica del tropario-stanza (antifona + ritornello) non presenta particolari difficoltà ritmiche o melodiche. Si ponga l’attenzione affinché si canti con una certa scioltezza. Stesse indicazioni per le tre strofe per le quali viene proposto un modulo molto semplice che può essere affidato a un coro a voci dispari. Non si sillabino le parole, ma si pronuncino con fluidità, nel modo più naturale possibile.

Repertorio per celebrare

VEGLIA PASQUALE

Proposta musicale dal Repertorio Nazionale

Processione verso la chiesa: Lumen Christi (Messale Romano) oppure Cristo, luce del mondo (RN 145)
Annuncio Pasquale: Exsultet (Messale Romano) oppure Annuncio Pasquale (Messale Romano) oppure Pasqua è gioia (RN 147)
Litanie dei santi: Litanie dei Santi (RN 160)
Benedizione dell’acqua: Sorgente d’acqua (RN 161)
Dopo i battesimi e all’aspersione: Acqua viva (RN 162)
Alla Confermazione: Veni, Creator Spiritus (RN 193)
Presentazione delle offerte: Pane e sangue della vita (RN 371)
Comunione: Cristo, nostra Pasqua (RN 163)
Canto dopo la comunione: Cristo, splendore del Padre (RN 175)
Congedo: Congedo Pasquale (RN 164)

 

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Cristo, nostra Pasqua (RN 163)

Testo: Messale Romano; Salmo 33
Musica: G.M.Rossi; F.Rainoldi
Fonti: E: Carrara
Uso: comunione
Forma musicale: Antifona e salmo

Rit.            Cristo, nostra Pasqua, è l’Agnello immolato;
andiamo alla sua mensa nella gioia. Alleluia.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.

Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa,
attorno a quelli che lo temono e li salva.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi,
nulla manca a coloro che lo temono.
I ricchi impoveriscono e hanno fame,
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.

Venite, figli, ascoltatemi;
v’insegnerò il timore del Signore.
C’è qualcuno che desidera la vita
e brama lunghi giorni per gustare il bene?

Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,
cerca la pace e perseguila.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.

Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.

Il testo

Nella grande tradizione della preghiera cantata della Chiesa, la rilettura cristiana dei salmi è un procedimento consueto e frequentissimo. Anche questo canto è frutto di un’operazione del genere.
Il salmo 33 è un salmo di ringraziamento. A Dio vengono rese grazie per tutte le sue opere.
Nell’adattamento presentato nel canto, il salmo viene accostato a un’antifona di taglio paolino (dalla prima lettera ai Corinzi 5,7) e insieme liturgico (invito alla mensa eucaristica). È una delle antifone di comunione per il giorno di Pasqua.

La musica

La realizzazione musicale è di tipo ormai classico: antifona duttile, sillabica, cantante; recitativo salmico di genere arioso, basato sugli appoggi ritmici del testo. Antifona e salmo si cantano senza problemi: per il recitativo, badare soltanto a mantenere un andamento sciolto.

Quando e come utilizzarlo

È un canto processionale di comunione per il tempo pasquale. Se lo si volesse collocare diversamente, occorrerebbe sempre far caso al suo marcato carattere.
Si può tentare di dare varietà al canto delle strofe semplicemente alternando coro (a una o più voci) e solo/soli.

1 aprile
Domenica di Pasqua
«Risurrezione del Signore»

VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA

 

 

O Dio, che illumini questa santissima notte
con la gloria della risurrezione del Signore,
ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione,
perché tutti i tuoi figli,
rinnovati nel corpo e nell’anima,
siano sempre fedeli al tuo servizio.
(Colletta, Veglia pasquale)

 
Per antichissima tradizione questa è “la notte di veglia in onore del Signore” (Es 12,42). Essa è strutturata in questo modo: dopo un breve “lucernario” (prima parte della Veglia), la santa Chiesa medita le “meraviglie” che il Signore ha compiuto per il suo popolo fin dall’inizio, e confida nella sua Parola e nella sua promessa (seconda parte della Veglia – Liturgia della Parola). La Chiesa si incammina così, rigenerata per mezzo del Battesimo (terza parte della Veglia), verso il banchetto della Pasqua eterna che il Signore ha preparato per il suo popolo per mezzo della sua morte e risurrezione (quarta parte della Veglia) (cf. MR, pag. 161).

Si abbia cura che la Veglia si celebri nel buio, dedicando ad essa il giusto tempo: occorre infatti sostare senza fretta nell’ascolto della Parola, nella preghiera e nella lode. A tal riguardo si curi con particolare attenzione il linguaggio dei segni affinché possano veramente parlare, la necessaria preparazione e presenza di ministri, l’opportunità pastorale di unire in un’unica celebrazione le comunità affidate alla cura pastorale di un unico pastore (cf. Preparazione e celebrazione delle feste pasquali, n. 43).

 

Solenne inizio della Veglia o “lucernario”

Come indicato nel Messale Romano, questa prima parte si struttura in alcuni momenti: benedizione del fuoco, preparazione del cero, processione, annunzio pasquale (MR, pp. 162-168).
In modo particolare si raccomanda il canto del preconio pasquale secondo le melodie proposte in Appendice al Messale Romano.

 

Liturgia della Parola

Come indicato nel Messale Romano, si abbia cura nel proclamare le letture proposte, seguite dal rispettivo salmo responsoriale (possibilmente da eseguire in canto, almeno il ritornello) e dall’orazione. Come indicato nel Messale romano, il salmo responsoriale può essere sostituito da un congruo tempo di silenzio.

 

Gloria

Dopo l’ultima lettura dell’Antico Testamento, con relativo responsorio ed orazione, si accendono le candele dell’altare e si intona il Gloria, che dovrebbe essere cantato da tutta l’assemblea. È possibile, durante l’inno, suonare le campane secondo le consuetudini locali (cf. MR, pag. 173).

 

Alleluia

Secondo la modalità indicata nel Messale Romano, si intoni solennemente l’alleluia, che dev’essere ripetuto da tutta l’assemblea (cf. MR, pag. 173).

 

Omelia

Non si trascuri, seppur breve, una sapiente omelia che raccordi i riti al vissuto della comunità, aiutando i fedeli a gustare la gioia della risurrezione che invade e rinnova tutta la vita.

 

Liturgia battesimale

La liturgia battesimale si compone dei seguenti elementi: litanie dei santi, benedizione dell’acqua, [eventuali battesimi], rinnovazione delle promesse battesimali (cf. MR, pp. 174-182).

In particolare si cantino le litanie dei Santi, se possibile durante il tragitto verso il fonte battesimale: ciò indica come l’assemblea terrena procede al passo di quella celeste, unite in un unico atto di invocazione.
 

Liturgia eucaristica

Presentazione dei doni

Conviene che il pane ed il vino vengano presentati all’altare dai neofiti, se questi sono presenti.


Congedo dell’assemblea

Quale peculiarità di questa notte, del giorno e dell’ottava di Pasqua, dopo la benedizione (per la quale si può utilizzare la formula solenne) si esegua in canto il congedo con il duplice alleluia.

25 marzo
Domenica delle Palme e della Passione del Signore

Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.
(Colletta, Domenica delle Palme e della Passione del Signore)

 

Con la Domenica delle Palme e della Passione del Signore inizia la Settimana santa, nella quale la Chiesa celebra “i misteri della salvezza portati a compimento da Cristo negli ultimi giorni della sua vita” (Paschalis sollemnitatis, 27).
“Fin dall’antichità si commemora l’Ingresso del Signore in Gerusalemme con la solenne processione, con cui i cristiani celebrano questo evento, imitando le acclamazioni e i gesti dei fanciulli ebrei, andati incontro al Signore al canto dell’”Osanna” (Paschalis sollemnitatis, 29).

Il Messale Romano presenta tre forme per la commemorazione dell’Ingresso del Signore in Gerusalemme: la processione o l’ingresso solenne prima della Messa principale, l’ingresso semplice per le altre messe[1].

È bene istruire i fedeli che le palme e i ramoscelli di ulivo benedetti si conservano come testimonianza della fede in Cristo, re messianico, e nella sua vittoria pasquale (cf. Direttorio su Pietà popolare e liturgia, 139)[2].

 

Processione delle Palme

È possibile utilizzare l’incenso prima della lettura del Vangelo; il turiferario può aprire la processione, seguito dalla Croce “ornata a festa con rami di palme e ulivi” (cf. MR, p. 116).

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

 

Monizione

Con la Domenica delle Palme e della Passione del Signore inizia la Settimana Santa, nella quale la Chiesa celebra i misteri della salvezza portati a compimento da Cristo negli ultimi giorni della sua vita.
Accompagniamo il Signore, oggi acclamato a Gerusalemme, seguiamolo sulla via della croce per partecipare con lui alla gloria della resurrezione (cf. Colletta, Domenica delle Palme).

 

Atto penitenziale

Quando non si svolge la processione (ingresso semplice) si suggerisce di adottare la terza formula dell’atto penitenziale proposta dal Messale Romano, tempo di Quaresima n. 3 (MR, p. 300).

Gesù Cristo, il giusto, intercede per noi
e ci riconcilia con il Padre.
Apriamo il nostro spirito al pentimento,
per essere meno indegni
di accostarci alla mensa del Signore.

Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi il sacerdote dice o canta le seguenti invocazioni:

Signore, che fai passare
dalla morte alla vita
chi ascolta la tua parola,
abbi pietà di noi.
Signore, pietà.

Cristo, che hai voluto essere innalzato
da terra per attirarci a te,
abbi pietà di noi.
Cristo, pietà.

Signore che ci sottoponi
al giudizio della tua croce,
abbi pietà di noi.
Signore, pietà.

Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.

 

Proclamazione della Passione

Si ricorda che per la proclamazione della Passione del Signore non vengono utilizzati i candelieri e l’incenso, manca il saluto al popolo e il libro non viene segnato.
Per il bene spirituale dei fedeli è opportuno che la storia della Passione sia letta integralmente e non vengano omesse le letture che la precedono.

Non si ometta l’omelia.

 

Professione di fede

Come proposto precedentemente, è bene utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306)[3]. “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel Tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (CEI, Messale Romano. Precisazioni, 2).

 

Preghiera universale

Come già suggerito, a ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[4] o rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o “Signore, pietà”).

 

Benedizione finale

Dopo la preghiera post communio è opportuno offrire il quadro preciso degli orari delle celebrazioni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale.
All’uscita si potrebbe dare ai fedeli un piccolo promemoria degli orari. 

Per la Benedizione solenne si può usare il formulario “Nella Passione del Signore” (MR, pag. 432) o la Preghiera di benedizione sul popolo, 17 (MR, pag. 449).

 

Benedizione solenne, “Nella Passione del Signore”

Il Padre di misericordia,
che nella passione del suo Figlio
ci ha dato la misura del suo amore,
conceda a voi, nel servizio di Dio e degli uomini,
il dono della sua benedizione.

Amen.

Cristo Signore, che nella sua passione
ci ha salvato dalla morte eterna,
vi conceda la vita senza fine.

Amen.

Voi, che seguite Cristo
umiliato e sofferente,
possiate aver parte alla sua risurrezione.

Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su voi e con voi rimanga sempre.

Amen.

 

Preghiera di benedizione sul popolo n.17

Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

Guarda con amore, Padre, questa tua famiglia,
per la quale il Signore nostro Gesù Cristo
non esitò a consegnarsi nelle mani dei nemici
e a subire il supplizio della croce.
Per Cristo nostro Signore.

Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

Amen.

 

[1] Si ricorda di seguire le indicazioni del Messale Romano alle pp.114-121.

[2] “È necessario tuttavia che i fedeli siano istruiti sul significato della celebrazione, perché sia capito il suo senso. Sarà opportuno, ad esempio, ribadire che ciò che è veramente importante è la partecipazione alla processione e non procurarsi soltanto la palma o il ramoscello di ulivo; che questi non vanno conservati a guisa di un amuleto, o a scopo soltanto terapeutico o apotropaico, per tenere lontani cioè gli spiriti cattivi e stornare da case e campi i danni da essi causati, il che potrebbe essere una forma di superstizione. Palma e ramoscello di ulivo vanno conservati innanzitutto come testimonianza della fede in Cristo, re messianico, e nella sua vittoria pasquale”: Direttorio su Pietà popolare e liturgia, 139.

[3] Così suggerisce la rubrica: “Ad utilità dei fedeli, in luogo del simbolo niceno-costantinopolitano, la professione di fede si può fare, specialmente nel Tempo di Quaresima e nel Tempo di Pasqua, con il seguente simbolo detto «degli Apostoli»”, MR, p. 306.

[4] “[…] Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio”: OGMR, 71.

 

Repertorio per celebrare

 

Canto di ingresso: Grandi e mirabili le tue opere (RN 84) strofa della V Domenica
Presentazione delle offerte: Noi veniamo a te (RN 296) oppure silenzio
Comunione: Soccorri i tuoi figli (RN 98) le strofe per la V domenica di Quaresima 2, 4, 5

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Grandi e mirabili le tue opere (RN 84)

Testo: Messale Ambrosiano
Musica: F.Rainoldi
Fonti: Elledici
Uso: ingresso
Forma musicale: Antifona e versetti

Grandi e mirabili le tue opere, o Signore!
Lavi la Chiesa col lavacro dell’acqua,
in virtù della Parola di vita.
Giuste le tue vie e retti i tuoi sentieri
mentre guidi il tuo popolo attraverso il deserto.
 
(I Domenica)
Egli mi invocherà, Io lo esaudirò; /
gli darò salvezza e gloria,
lo sazierò con lunga vita.

Sia gloria al Padre e al Figlio, /
gloria allo Spirito Santo!
Gloria terra e cielo cantino, /
per tutti i secoli dei secoli.

(II Domenica)
Di te dice il mio cuore: «Cercate il suo volto»
Il tuo volto non nascondermi. /
Con tutto il cuore lo cerco.
 
(III Domenica)
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore,
perché libera dal laccio
i miei piedi. Sono povero e solo, /
abbi di me misericordia. 

(IV Domenica)
Rallegrati, Gerusalemme, /
e voi tutti che la amate, riunitevi!
Deponete ogni tristezza, ricolmi di consolazione.

(V Domenica)
Fammi giustizia, o Dio,
e difendi la mia causa contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto /
perché sei Tu la mia difesa.

Il testo

Il ritornello prende in prestito il passo dell’Apocalisse al capitolo 15 versetto 3:”Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente; giuste e vere le tue vie, Re delle gente!” in cui si conferma il paragone tra la vittoria dei cristiani e la liberazione di Israele dall’Egitto. La strofa per la V domenica del tempo di Quaresima non è altro che l’antifona di ingresso, tratta dal salmo 42, della Celebrazione Eucaristica.

La musica

Il canto ha una struttura non proprio immediata: un ritornello in cui si alternano all’unisono il coro con l’assemblea e le sole voci femminili. La ritmica non è banale e scontata, ma richiede particolare attenzione per evitare “aggiustamenti” che danneggino l’incedere che deve essere preciso e ben articolato vocalmente.
Stesso per la strofa che prevede una prima parte cantillata e una seconda parte metrica e ben ritmata.

Quando e come utilizzarlo

Un canto d’ingresso efficace per il tempo di Quaresima.

Repertorio per celebrare

 

Canto di ingresso: Esultate e gioite (RN 236)
Presentazione delle offerte: Se tu mi accogli (RN 96) oppure silenzio
Comunione: Soccorri i tuoi figli (RN 98) le strofe per la IV domenica di Quaresima 2, 4, 5

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Esultate e gioite (RN 236)

Testo: da Isaia 66,10
Musica: A.Martorell
Fonti: Elledici
Uso: ingresso

Forma musicale: inno

Esultate e gioite,
esultate e gioite!

Voi che siete in tristezza
voi che siete in tristezza,
il Signore Dio ci consolerà. (Rit.)

Tutti voi che piangete,
tutti voi che piangete,
il Signore Dio ci consolerà. (Rit.)

Assetati di pace,
assetati di pace,
il Signore Dio ci consolerà. (Rit.)

Se cercate l’amore,
se cercate l’amore,
il Signore Dio ci consolerà. (Rit.)

Tutti voi che sperate,
tutti voi che sperate,
il Signore Dio ci consolerà. (Rit.)

Il testo

Si tratta di una libera parafrasi di Isaia 66,10-15, testo che ricorre alcune volte nel lezionario sia festivo sia feriale come prima lettura, nella liturgia delle Ore come cantico alle lodi, ma che risuona in modo particolare in quanto connota la cosiddetta domenica Laetare, cioè la quarta domenica di Quaresima.

La musica

Il canto ha una struttura molto semplice: proposta e risposta, dove la proposta può risultare benissimo a carico di un solo e la risposta da parte di tutta l’assemblea supportata da un coro.

Quando e come utilizzarlo

Come già accennato il canto è stato composto per accompagnare la processione d’ingresso della quarta domenica di Quaresima, anche se può essere utilizzato efficacemente in ogni altra celebrazione in cui si vuole mettere in evidenza il dono della consolazione e della gioia dati da Dio a chi si affida a lui e soffre per lui.

 

Repertorio per celebrare


Canto di ingresso:
In te la nostra gloria (RN 115)
Presentazione delle offerte: Donaci, Signore, un cuore nuovo (RN 81) oppure silenzio
Comunione: Soccorri i tuoi figli (RN 98) le strofe per la III domenica di Quaresima 3, 4, 5

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In te la nostra gloria (RN 115)

Testo: Salmo 66
Musica: D. Stefani
Fonti: Elledici
Uso: ingresso
Forma musicale: innodia salmica

Ant.  In te la nostra gloria, o Croce del Signore.
      Per te salvezza e vita nel sangue redentor.

Rit.   La Croce di Cristo è nostra gloria,
       salvezza e risurrezione.

Dio ci sia propizio e ci benedica
e per noi illumini il suo volto.
Sulla terra si conosca la tua via:
la tua salvezza tutte le nazioni.

Si rallegrino, esultino le genti:
nella giustizia tu giudichi il mondo,
nella rettitudine tu giudichi i popoli,
sulla terra governi le genti.

La terra ha dato il suo frutto:
ci ha benedetto Dio, il nostro Dio.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo, Signore,
allo Spirito Santo, Amore,
nei secoli dei secoli. Amen.

Il testo

Il testo parafrasa i versetti di San Paolo (Gal 6,14). L’antifona paolina è combinata con una selezione di versetti del salmo 66. I motivi tematici che collegano l’antifona ed il salmo sono molteplici: ma non deve sfuggire la particolare sottolineatura derivante dal versetto “la terra ha dato il suo frutto”. “È il frutto della croce”, commenta S. Cirillo di Alessandria (+ 444).

La musica

L’interesse della realizzazione musicale sta nella struttura, che è simile a quella del tropario: è prevista infatti la ripresa di una parte della sezione iniziale. Le parole “la croce di Cristo” si offrono alla ripetizione, agganciata ai versetti o alle strofe del salmo, a modo di ritornello.

Un particolare e felice modello di riuso di melodie del passato, infatti il testo dell’antifona è stato adagiato, grazie alla perizia di G.M. Medica, su un corale di Jacob Gallus (1550–1591).

Quando e come utilizzarlo

La sua collocazione rituale più pertinente è quella di canto di ingresso per il tempo di Quaresima. Da non dimenticare che l’antifona è destinata a introdurre la messa “nella Cena del Signore”, il Giovedì Santo, situazione in cui questo canto diventa “proprio”.

Si suggerisce la cantillazione dei versetti salmici “a coppie” per permettere di creare una proporzione migliore tra l’intervento corale, piuttosto ampio, e la scioltezza richiesta dal recitativo salmodico: con la sua semplicità esso accentua i caratteri del discorso poetico.

Possibilmente si curi l’alternanza tra più solisti che abbiano timbri vocali differenti, oppure tra solisti e un piccolo coro di voci; e ciò a livello di versetti o eventualmente anche di strofe.

 

Repertorio per celebrare


Canto di ingresso:
Ricorda, Signore (RN 93)
Presentazione delle offerte: Benedetto sei tu, Signore (RN 260) oppure silenzio
Comunione: Soccorri i tuoi figli (RN 98) le strofe per la II domenica di Quaresima 1, 2, 3


Conoscere il
Repertorio Nazionale

Ricorda, Signore (RN 93)

Testo: Sap 11,24-25
Musica: V. Donella
Fonti: Elledici
Uso: ingresso
Forma musicale: tropario

1. Ricorda, Signore, il tuo amore e la tua bontà:
le tue misericordie che sono da sempre.
Non trionfino su di noi i nostri nemici.
Libera il tuo popolo, Signore, da tutte le sue angosce.

I miei occhi sono sempre rivolti al Signore,
perché libera dal laccio i miei piedi.
Libera il tuo popolo, Signore, da tutte le sue angosce.

3. In Dio la mia salvezza e la mia gloria,
il Dio della mia forza e mia speranza è Lui.
Libera il tuo popolo, Signore, da tutte le sue angosce.

Solo in Dio riposa l’anima mia, da Lui la mia speranza.

Il testo

Il testo è la parafrasi di due versetti del libro della Sapienza. Come commento riportiamo il n.301 del Catechismo della Chiesa Cattolica: «Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le dona soltanto di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell’”essere”, le dà la facoltà di agire e la conduce al suo termine. Riconoscere questa completa dipendenza in rapporto al Creatore è fonte di sapienza e di libertà, di gioia, di fiducia: “Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi di quanto hai creato; se tu avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l’avessi chiamata all’esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita” (Sap 11,24-26).»

La musica

Canto dalla struttura bene articolata – la forma musicale è quella del tropario – e dalla musicalità ricercata. Certamente non lo si può definir un canto banale. La melodia mette in evidenza il testo e l’armonia lo esalta.

Richiede una esecuzione collegiale, propria del tropario, con tutti gli attori della celebrazione coinvolti. Si faccia attenzione a non trascinare il tempo: rispettare l’indicazione ritmica che prevede un tempo “alla minima”.

Quando e come utilizzarlo

Canto quaresimale da utilizzare nei riti di ingresso. Richiede buona preparazione vocale-corale e uno studio attento soprattutto per affrontare con precisione sia la ritmica che gli intervalli di semitono presenti nella cadenza delle tre strofe.

 

Repertorio per celebrare

Canto di ingresso: M’invocherà e io l’esaudirò (RN 88)
Presentazione delle offerte:  Benedetto sei tu, Signore (RN 260) oppure silenzio
Comunione: Soccorri i tuoi figli (RN 98) le strofe per la I domenica di Quaresima 2, 4, 5

Conoscere il Repertorio Nazionale

Soccorri i tuoi figli (RN 98)

Testo: dal Te Deum
Musica: F. Rainoldi
Fonti: Elledici
Uso: comunione
Forma musicale: antifona e versetti

Ant.    Soccorri i tuoi figli: Signore, li hai redenti
col sangue prezioso.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te noi speriamo.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non resteremo confusi in eterno.

 
I Domenica di Quaresima

(anno A)      

«Non di solo pane vive l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

(anno B)

«Il Regno di Dio è vicino:
convertitevi e credete al Vangelo».

(anno C)

«Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai,
lui solo adorerai».

Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

I ricchi impoveriscono e hanno fame,
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.

II Domenica di Quaresima

(anno A-B-C)

«Questo è il mio Figlio prediletto:
in Lui mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!»

Manda la tua verità e la tua luce;
siano esse a guidarmi,
mi portino al tuo monte santo e alle tue dimore.

Verrò all’altare di Dio,
al Dio della mia gioia e del mio giubilo.

III Domenica di Quaresima

(anno A)

«Chi beve dell’acqua che io gli darò»,
dice il Signore,
«avrà in sé una sorgente
che zampilla fino alla vita eterna».

(anno B)

Molti, vedendo i segni che Gesù faceva,
credettero in lui.

(anno C)

«Se non vi convertite, perirete»,
dice il Signore.

Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore per il santo viaggio.

Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion.

IV Domenica di Quaresima

(anno A)

«Il Signore ha spalmato un po’ di fango
sui miei occhi: ho acquistato la vista, /
ho creduto in Dio».

(anno B)

«La luce è venuta nel mondo.
Chi opera la verità viene alla luce».

(anno C)

«Rallégrati, figlio mio, /
perché tuo fratello era morto
ed è tornato in vita, /
era perduto ed è stato ritrovato».

Il Signore è mia luce e mia salvezza, /
di chi avrò timore?

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.

V Domenica di Quaresima

(anno A)

«Chiunque vive e crede in me»,
dice il Signore, «non morirà in eterno».

(anno B)

«Se il chicco di grano /
caduto in terra non muore,
rimane solo; se invece muore, /
produce molto frutto».

(anno C)

«Donna, nessuno ti ha condannata?».
«Nessuno, Signore».
«Neppure io ti condanno: /
d’ora in poi non peccare più».

Chi semina nelle lacrime, mieterà con giubilo.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.

Domenica delle Palme e della Passione del Signore

(anno A-B-C)      «Padre, se questo calice /
non può passare
senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».

Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.

I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano.

Il testo

Al versetto 13 del salmo 108 leggiamo “Nell’oppressione vieni in nostro aiuto, perché vana è la salvezza dell’uomo”. Dio ascolta la voce del povero che grida (Sal 34,7) e manda addirittura il Figlio suo a soccorrerlo. Un Figlio che dà tutto sé stesso, fino ad offrire il suo “sangue prezioso” (inno Te Deum). Ecco il tempo propizio per questo cammino, la Quaresima, tempo di penitenza e di conversione.

Con i suoi contenuti, che nella parte salmodica si presentano variabili in base ai vari momenti quaresimali (per tutte le domeniche dei tre cicli!), questo canto si offre come un eccellente sussidio, adatto a imprimere nell’animo con il canto, le verità bibliche strettamente legate a un cammino di conversione.

La musica

Musicalmente è steso in forma bipartita: un grande ritornello cantabile cui si aggiunge un recitativo salmodico.

Quando e come utilizzarlo

Il canto è chiaramente e specificatamente quaresimale; va però anche tenuto in considerazione nel caso di celebrazioni che richiamano espressamente gli aspetti di conversione, riconciliazione e misericordia del Padre verso di noi. La sua collocazione rituale più pertinente è quella di canto di comunione.
Il ritornello può essere eseguito da tutta l’assemblea, eventualmente accompagnato dalla polifonia corale. Il recitativo è affidato ad un solista, ma può essere supportato in diversi modi.