18 marzo
V Domenica di Quaresima

Vieni in nostro aiuto, Signore,
perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità 
che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.
(Colletta, V Domenica di Quaresima)

 

 La quinta domenica di Quaresima ci presenta alcuni pagani mossi dal desiderio di vedere Gesù. Essi rappresentano l’intera umanità che ancora non conosce Cristo e come tale è immersa nelle tenebre, alla ricerca del mistero di Dio e della vita. I Greci, rivolgendosi agli apostoli, formulano il loro desiderio di incontrare il Signore in modo molto chiaro: «Vogliamo vedere Gesù». Vi è anzitutto una puntuale decisione (vogliamo) che nasce dal desiderio posto nel cuore dell’uomo dallo stesso Creatore: ogni incontro autentico con Cristo sgorga dal cuore che sceglie di assecondare l’anelito profondo che lo abita. I Greci desiderano vedere: si tratta di una conoscenza vera, non riducibile al solo piano intellettuale, che anela all’esperienza di una vita condivisa. Ritornano alla mente le parole del salmista il quale paragona l’anima assetata di Dio alla cerva in ricerca dei corsi d’acqua, oppure le celebri parole di Agostino: «Tu, o Signore, ci hai fatti per te e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te».

In questa domenica, se è una consuetudine locale, è possibile velare le croci o le immagini nell’aula della chiesa, per valorizzare la croce il Venerdì santo e le immagini nella Veglia pasquale (cf. MR, LI)[1].

Nelle Messe feriali della quinta settimana di Quaresima è bene pregare con il prefazio della passione del Signore I, centrato sulla potenza misteriosa della croce.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

 

Monizione d’inizio

All’autentica ricerca dei Greci, Gesù risponde affermando che attirerà tutti a sé quando verrà innalzato da terra e ciò perché, come il chicco di grano, ha in obbedienza scelto di entrare nella terra, di morire per amore. È davvero l’amore che attira, che stabilisce il patto della nuova ed eterna alleanza. In Gesù si compie la profezia di Geremia: ogni cuore attratto dal e al Salvatore porta inscritta in sé l’alleanza con Dio ed il cristiano può realmente definirsi la lettera di Cristo, scritta dallo Spirito (cf. 2 Cor 3,2).

  
Atto penitenziale

Per l’atto penitenziale si suggerisce l’adozione della terza formula proposta dal Messale Romano, tempo di Quaresima, n. 3 (MR, p. 300).

Il Signore ha detto: chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Riconosciamoci tutti peccatori
e perdoniamoci a vicenda dal profondo del cuore.

 

Si fa una breve pausa di silenzio.

 
Poi il sacerdote, o un altro ministro idoneo, dice o canta le seguenti invocazioni:
Signore, che fai passare
dalla morte alla vita
chi ascolta la tua parola,
abbi pietà di noi.

Il popolo risponde:
Signore, pietà. Oppure: Kýrie, eléison.

Sacerdote:
Cristo,
che hai voluto essere innalzato
da terra per attirarci a te,
abbi pietà di noi.

Il popolo risponde:
Cristo, pietà. Oppure: Christe, eléison.

 
Sacerdote:
Signore, che ci sottoponi
al giudizio della tua croce,
abbi pietà di noi.

Il popolo risponde:
Signore, pietà. Oppure: Kýrie, eléison.

 
Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.

 

Colletta

Se lo si ritiene opportuno, per il bene spirituale dell’assemblea, è possibile utilizzare la colletta alternativa della quinta Domenica di Quaresima anno B (MR, p. 972).

Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio
che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza,
si è fatto obbediente fino alla morte di croce;
fa’ che nelle prove della vita
partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice,
per avere la fecondità del seme che muore
ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli.
Per il nostro Signore.

 

Professione di fede

Come già indicato, per tutto il tempo quaresimale è bene utilizzare il simbolo detto “degli Apostoli” (MR, p. 306). “Esso richiama la professione di fede fatta nella celebrazione del Battesimo e si inserisce opportunamente nel tempo di Quaresima e di Pasqua, nel contesto catecumenale e mistagogico dell’iniziazione cristiana” (CEI, Messale Romano. Precisazioni, 2).

 

Preghiera universale

Come proposto precedentemente, ad ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[2] oppure rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o “Signore, pietà”).

Monizione introduttiva

Chiamati a rinnovarci interiormente, chiediamo a Dio l’abbondanza dei suoi doni come segno della realtà nuova inaugurata dalla Pasqua di Cristo.

(Si omette l’invito: Preghiamo)

Raccogli nell’unità la tua Chiesa.
Custodisci il nostro papa Francesco.
Proteggi il nostro vescovo N.
[Silenzio]

Guida e sostieni i missionari del Vangelo.
Rivesti della tua carità i sacerdoti.
Santifica i religiosi.
[Silenzio]

Estingui ogni odio e rancore.
Fa’ che i fanciulli crescano nella tua amicizia.
Da’ ai giovani di progredire nella sapienza.
[Silenzio]

Sorreggi e conforta gli anziani.
Concedi la tua grazia ai nostri fratelli ed amici.
Ammetti i defunti nell’assemblea dei santi.
[Silenzio]

Orazione conclusiva
O Padre, che vegli sempre sull’opera delle tue mani,
e riporti la vita dove regna la morte,
ascolta la voce di questo popolo in preghiera
e fa’ che morendo e risorgendo con Cristo,
possa con lui innalzarti il canto della creazione nuova.
Per Cristo nostro Signore.

 

Presentazione dei doni

Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.
Si potrebbero presentare i primi frutti del digiuno quaresimale a favore dei più bisognosi della comunità[3].

 

Benedizione

Tra gli avvisi sobriamente offerti dopo la preghiera post communio, si potrebbe invitare la comunità a celebrare il sacramento della riconciliazione.

Per la benedizione finale, si suggerisce di adottare la preghiera di benedizione sul popolo n. 17 (MR, p. 449), laddove la Chiesa è definita “famiglia per la quale il Signore non esitò a donare la vita”.

 

Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

Guarda con amore, Padre, questa tua famiglia,
per la quale il Signore nostro Gesù Cristo
non esitò a consegnarsi nelle mani dei nemici
e a subire il supplizio della croce.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. Amen.

 

 

[1] «L’uso di coprire le croci e le immagini nella chiesa dalla domenica V di Quaresima può essere conservato secondo il giudizio della Conferenza Episcopale. Le croci rimangono coperte fino al termine della celebrazione della Passione del Signore il Venerdì santo; le immagini fino alla Veglia pasquale»: Paschalis sollemnitatis, 26.

[2] «Il popolo, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio»: OGMR, 71.

[3] «Si possono anche fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la Chiesa, portati dai fedeli o raccolti in chiesa. Essi vengono deposti in un luogo adatto, fuori dalla mensa eucaristica»: OGMR, 73.