14 febbraio
Mercoledì delle Ceneri

Concedi, Signore, al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno
un cammino di vera conversione,
per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza
il combattimento contro lo spirito del male.
(Colletta, Mercoledì delle Ceneri)

 

L’inizio dei quaranta giorni di penitenza, nel Rito romano, è qualificato dall’austero simbolo delle Ceneri, che contraddistingue la liturgia del Mercoledì delle Ceneri. Il gesto di coprirsi di cenere, sorto nella tradizione biblica e riservato nella Chiesa antica a coloro che si sottoponevano alla penitenza canonica, ha il senso di riconoscere la propria fragilità e mortalità, bisognosa di essere redenta dalla misericordia di Dio. Lontano dall’essere un gesto puramente esteriore, la Chiesa lo ha conservato come simbolo dell’atteggiamento del cuore penitente che ciascun battezzato è chiamato ad assumere nell’itinerario quaresimale. I fedeli, che accorrono numerosi per ricevere le Ceneri, saranno dunque aiutati a percepire il significato interiore implicato in questo gesto, che apre alla conversione e all’impegno del rinnovamento pasquale (cf. Direttorio su pietà popolare e liturgia, 125).

Il Mercoledì delle Ceneri è giorno di penitenza in tutta la Chiesa, con l’osservanza dell’astinenza e del digiuno. Ciò è ordinato alla confessione dei peccati, all’implorazione del perdono e alla volontà di conversione (cf. CEI, Nota pastorale: Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza, 9). È opportuno che nel tempo sacro della Quaresima i vescovi, i presbiteri, i diaconi, i religiosi, ma anche i catechisti e gli educatori, favoriscano la riscoperta e l’approfondimento dell’originalità cristiana del digiuno e dell’astinenza, collegandoli intimamente con l’impegno a maturare nella vita di fede e di carità (cf. Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza, 15).

Nel tempo della Quaresima l’aula della chiesa sia sobria, essenziale e moderatamente illuminata. L’altare non venga ornato con i fiori, i canti siano adatti al tempo liturgico, gli strumenti musicali siano utilizzati solo per sostenere il canto.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Il rito delle Ceneri si svolge durante la Messa al termine dell’omelia, o in una liturgia della Parola conclusa con la preghiera dei fedeli.

 

Monizione d’inizio

Inizia oggi la Quaresima, tempo di vera conversione e di rinnovamento spirituale, di riconciliazione con Dio e con i fratelli. Il rito delle Ceneri ricorda la fragilità umana e allo stesso tempo esprime la fiducia dell’uomo nella misericordia del Padre, che nulla disprezza di ciò che ha creato e dimentica i peccati di quanti si convertono a lui (cf. Antifona d’ingresso).

 

Atto penitenziale

Si omette l’atto penitenziale, perché è sostituito dal rito di benedizione e imposizione delle Ceneri.

Le formule proposte per accompagnare l’imposizione delle Ceneri sono due: la prima (Mc 1,15) indica l’atteggiamento interiore di conversione a Cristo; la seconda (cf. Gen 3,19), strettamente connessa al gesto di imposizione, ricorda la caduta umana.

 

Preghiera universale

Ad ogni intercessione l’assemblea potrebbe pregare per qualche istante in silenzio[1] oppure rispondere con l’invocazione “Kyrie, eleison” (o “Signore, pietà”).

 

Monizione introduttiva

Rendiamo grazie a Dio Padre, che ci fa dono di iniziare l’itinerario quaresimale e preghiamo perché, mediante l’azione del suo Spirito, ci aiuti a ricuperare pienamente il senso penitenziale e battesimale della vita cristiana.

Si omette l’invito: Preghiamo

Le intenzioni di preghiera siano sobrie ed essenziali; è opportuno ricordare nella preghiera universale i peccatori.

 

Orazione conclusiva

Concedi al tuo popolo, Padre misericordioso, di convertirsi a te con tutto il cuore, per ottenere dalla tua bontà ciò che osa chiedere con fiduciosa preghiera. Per Cristo nostro Signore.

 

Presentazione dei doni

Se lo si ritiene opportuno, i riti della presentazione dei doni possono essere svolti in silenzio.

 

Benedizione

Tra gli avvisi sobriamente offerti dopo la preghiera post communio, si potrebbe ricordare che i frutti del digiuno e della carità saranno destinati ai fratelli più bisognosi[2] e invitare la comunità a iniziare il tempo quaresimale celebrando il sacramento della riconciliazione.

Per la benedizione finale, si suggerisce di adottare la benedizione solenne nella Quaresima (MR, p. 431).

Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

Dio Padre misericordioso
conceda a tutti voi come al figliol prodigo
la gioia del ritorno nella sua casa. Amen.

Cristo, modello di preghiera e di vita,
vi guidi nel cammino della Quaresima,
all’autentica conversione del cuore. Amen.

Lo Spirito di sapienza e di fortezza
vi sostenga nella lotta contro il maligno,
perché possiate celebrare con Cristo la vittoria pasquale. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. Amen.

 

 

[1] «Il popolo, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio»: OGMR, 71.

[2] «b) ogni anno, durante la Quaresima, si propongano nelle comunità parrocchiali, ma anche a gruppi, movimenti e associazioni, uno o più interventi di aiuto a favore delle situazioni di bisogno, verso le quali far convergere i “frutti” del digiuno e della carità. È giusto che la comunità abbia poi il resoconto di quanto si è attuato; c) è particolarmente importante assicurare il coordinamento delle varie iniziative catechistiche, liturgiche e caritative in ambito sia nazionale che locale, così da assumere qualche impegno penitenziale condiviso da tutti: si renderà più visibile e incisivo il cammino penitenziale della comunità cristiana come tale»: CEI, Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza, 13.